Nel periodo di dominazione aragonese, Calopezzati poteva annoverare uno dei più potenti e temuti castelli della costa jonica calabrese.
I principi Sanseverino, succeduti ai Ruffo, ne rafforzarono ulteriormente la struttura e lo trasformarono in un'autentica piazzaforte difensiva. La cinta muraria del paese fu ristrutturata secondo le nuove esigenze difensive, in particolare furono aperte "feritoie" lungo di essa e a breve distanza tra loro. Furono edificate parecchie "torri di guardia" in vari punti del feudo e fu costruita una strada di "circonvallazione" di cui già nell'Ottocento "pochi tratti resta(va)no ancora" perché "gli abitanti l'occuparono con fabbriche", cioè con costruzioni (case, magazzini, ricovero per animali, etc.).
- Il castello di Calopezzati nasce a metà dell'XI secolo come fortezza bizantina a base quadrangolare, con funzioni di presidio e di difesa del paese che, successivamente, i Normanni dotarono di alte mura.
Del castello si serve anche l'università di Calopezzati per le riunioni del Consiglio degli eletti, e rimane centro di uffici amministrativi di civile utilità: per processi civili e penali, per la stipula di atti, transazioni, dichiarazioni, compravendite, contratti di varia natura.
Nel 1735 re Carlo II di Borbone giunge in visia a Calopezzati e pernotta nel castello. Ecco cosa riporta una cronaca dell'epoca: "Si lascia in memoria, come alli 28 di gennaio 1735 venne in questa città di Rossano il nostro Re Carlo Infante di Borbona che passò nel Regno di Sicilia. La presa della cittadella col seguito di 1200 persone fra cavalieri, et altri di seguito. Ricevuto l'omaggio ufficiale di Calopezzati si ritirò in castello. L'indomani, domenica 30, ascoltava la Messa, ricevuto in dono dal Duca di Roggiano Sambiase, congiunto del Principe di Campana, un bel cavallo di sella, uscito brevemente a caccia, si mosse per Cariati".
Nell'Ottocento il castello conosce un progressivo abbandono e degrado.
Fra Daniele da Fuscaldo, riformato francescano, in una cronaca rimasta manoscritta dice così dice di calopezzati e del suo castello: "Calopezzati è Patria fabbricata su d'un montetto spazioso tanto appunto, quanto è in grandezza essa Patria, che contiene forse mille abitanti. Ha bensì un mediocre Castello; ed era murata per ogni banda, ma oggi quasi tutta consunta".
Il terremoto del 22 aprile 1836 si abbatte particolarmente su Chiesa e Castello: i danni sono ingenti. Nel frattempo il castello dai Sambiase passa nella proprietà dei duchi Messanelli, di Napoli, e successivamente, nel 1935, ai conti Giannone di Acri, a tutt'oggi proprietari.